L'indice Dow Jones che raggruppa le prime 30 blue chip della borsa americana ha chiuso venerdì in rialzo dell'1,26% riportandosi sopra la soglia psicologica dei 16mila punti, a un passo dai massimi storici di fine novembre (16.074).
Dal primo gennaio ad oggi la performance supera il 22% e il 2013 è il quinto anno consecutivo con segno positivo.
In un articolo pubblicato sul noto sito finanziario MarketWatch, il giornalista Mark Hulbert riprende la provocazione di un gestore di hedge fund Douglas Kass il quale, accostando il grafico del crollo della borsa americana nel 1929 con quello odierno dell'indice Dow Jones Industrial Average ha scoperto (a detta sua) sorprendenti analogie ...
Secondo Kass, la somiglianza sarebbe addirittura incredibile e le implicazioni derivanti sarebbero catastrofiche ovvero anticiperebbero un crollo del mercato all’inizio dell’anno prossimo, forse già a gennaio.
Premetto che difficilmente si verificano gli eventi nella stessa successione storica, data la variabile tempo che introduce elementi di differenza sostanziali, ma tant'è, l'effetto sicuramente non è rassicurante.
Basta dare un occhio al grafico allegato per farsi venire la tremarella.
DOW JONES al 1929 e al 2013
Subito dopo aver mostrato il grafico, e probabilmente per evitare una sincope ai lettori, il giornalista riporta però anche i commenti di un nutrito gruppo di esperti, tutti d’accordo nell’affermare che la validità statistica di questa analisi è meno di "zero" e che si possono individuare migliaia di grafici come questo che non hanno però mai portato ad un crollo di borsa.
Ad esempio, David Leinweber, fondatore del Center for Innovative Financial Technology, ritiene che un simile accostamento sia come stare ad osservare milioni di nuvole sino a che non se ne trova una a forma di coniglio, fotografarla, e poi dire che tutte le nuvole sono a forma di coniglio.
Si tratta più in generale della ben nota strategia del "well chosen example", ovvero si cerca di selezionare l'esempio perfetto per dimostrare la propria tesi.
Con una bagno di realismo, alla fine, il giornalista prende atto della impossibilità di prevedere l’andamento dei mercati e conclude l'articolo suggerendo a chi vuole proteggersi in qualche modo dal rischio di un crollo della borsa di acquistare un fondo molto diversificato che non regala certo grandi performance, ma che si mantiene molto stabile nel tempo con cali estremamente contenuti anche durante le fasi più nere.
