Mega è di nuovo nei guai

Cattive notizie per il fondatore di Megaupload e di Mega: due servizi di file sharing più famosi al mondo.

L'ultimo tentativo di mettere i bastoni tra le ruote si deve a una richiesta che Random House, popolare casa editrice, ha rivolto a Google.
Il fondatore di Mega, l'ultima creatura di Kim Dotcom, continua a non piacere ai detentori del copyright.

Per essere precisi si tratta di una di quelle richieste che arrivano letteralmente a milioni all'azienda di Mountain View e che contengono i link che vanno rimossi dall'indice in quanto puntano a materiale pirata. Se tale richiesta va a buon fine, tale sito diventa oscurato tra le ricerche di google come compare molto spesso in fondo alla pagina.

Fin quì tutto nella norma vi starete dicendo e invece non è proprio così infatti, Random House, chiede che dal motore di ricerca venga rimossa direttamente l'homepage di Mega, poiché violerebbe il copyright del romanzo Carrie di Stephen King. Una richiesta molto, come dire, mega...
mega

Google si è accorta che tali copyright non sono stati violati dal sito in quanto nell'archivio non è presente alcun documento della casa editricie e non ha aderito alla richiesta, ma in altri casi è capitato che interi siti sparissero dai motori di ricerca perché una richiesta errata e non sono a Google.
Secondo Kim Doctom, durante l'era di Megaupload almeno il 20% delle richieste di rimozione era fasullo ma questo è tutto da vedere. Intanto ecco cosa ha risposto il fondatore del sito:

"Abbiamo analizzato grandi quantità di lettere» - ha spiegato il fondatore di Mega - «e la maggior parte era costituita da richieste automatiche, basate su parole chiave, che hanno colpito molti file legittimi. L'abuso di questo sistema è così vasto che nessun provider può basarsi sulle richieste di rimozione se vuole adottare una politica equa circa le violazioni ripetute".