Autismo: diagnosi semplificata negli adulti

I ricercatori del Karolinska Institute, in Svezia, hanno sviluppato un nuovo strumento di screening per facilitare la diagnosi dei vari disordini legati all'autismo negli adulti. Il test in questione è stato presentato alla rivista scientifica "Molecular Autism" ed è unico nel suo genere. 
I disturbi dello spettro autistico comprendono sia l'autismo - nella sua forma più nota - che sindromi meno conosciute come quella di Asperger, che provoca gravi problemi di comunicazione nei soggetti che ne sono affetti, portando a fenomeni di routine e manifestazioni fortemente compulsive. 
Negli adulti, questa serie di disturbi possono rappresentare un problema non indifferente, in quanto i sintomi legati a queste sindromi, spesso finiscono col sovrapporsi a quelli manifestati da soggetti affetti da schizofrenia, da deficit d'attenzione e iperattività (ADHD) o da altri gravi disturbi di personalità. 
Il risultato? Una diagnosi errata. 
Soggetto affetto da autismo

I metodi di screening sviluppati da questo team di ricercatori sembrano essere in grado di effettuare una diagnosi corretta, riducendo al minimo eventuali errori diagnostici. 
E' richiesta una profonda dose di esperienza e di accuratezza. 
In cosa consiste questo test?
Si tratta di un questionario formato da 14 domande, soprannominato RAADS-14 Screen. 
La scala di valutazione del test è suddivisa in tre categorie, ognuna delle quali misura un determinato livello di difficoltà di mentalizzazione, ipersensibilità sensoriale e ansietà sociale - tre sintomi comuni dell'autismo. 
Le risposte vengono successivamente classificate, in base alla tempistica di manifestazione dei sintomi - comparsi durante l'infanzia o sviluppatisi nel corso della crescita del soggetto. I risultati dello studio hanno mostrato che è possibile distinguere chiaramente soggetti affetti da schizofrenia o sindrome ADHD da soggetti autistici, con una precisione matematica del 97%. 
La speranza è che si possa sfruttare questo screening, per coadiuvare il lavoro della Sanità mondiale e - perché no? - anche la ricerca sull'autismo e sulle sindromi ad esso annesse.