Solitamente durante il primo mese dell’anno il rialzo dei prezzi è una prassi particolarmente consolidata, tanto da essersi ripetuta il 75% delle volte negli ultimi 30, mentre ha perso solo il 15% delle volte, come riferisce il WSJ.
Non solo, ma sempre guardando alle statistiche il periodo migliore per far lievitare il portafoglio si riduce sempre più nel tempo (dal famoso sell in may è facile capirlo...) e perciò il 30 %-40 % dei rendimenti tendono a concentrarsi in aree sempre più specifiche.
E ancora: a cambiare sono anche le strategie (perché sappiamo che il mercato è un’entità mobile) quindi se 30 anni fa ci si limitava a comprare azioni in ribasso verso l’ultima settimana di dicembre, adesso invece si sfrutta l’ottimismo anche del Ringraziamento preferendo perciò allargare il periodo tra fine novembre e gennaio.
Da qui l’opportunità di sfruttare una leva potrebbe essere interessante.
Con le solite ovvie precauzioni del caso, ma questa è una logica che viene da sé.
In primis basti ricordare che, solitamente, l’effetto gennaio tende ad applicarsi solitamente sulle sulle azioni depresse, con una certa sensibilità verso le small cap.
E questo potrebbe essere considerata una sorta di appendice del precedente.
Perché?
Perché è una mossa dettata dalla saggezza e indugiare troppo su azioni lodate in maniera eccessiva significa che qualcosa c’è sotto.
Così come anche è meglio evitare quelle azioni “sovraffollate” quelle che sembrano diventate una moda, come a suo tempo accadde per Apple, considerata un fenomeno inimitabile che alla fine si è rivelata non più che un’ordinaria bolla, sebbene avente basi più che ottime.
E questo è un altro punto interessante: il rialzo dei prezzi è sempre una bolla ma bisogna distinguere anche rispetto a nomi che, come Apple, appunto, hanno i fondamentali per reggere all’impatto.
Ma questo è un altro discorso.
Tornando nell’ambito elle strategie di fine anno.
Con le azioni sovraffollate o sopravvalutate è bene ricordare che il potere di acquisto è esaurito e con lui anche il margine di guadagno, l’azione diventa esposta ai venti e ai malumori e alla prima folata d’incertezza o anche ai soli rumors, tutti tendono a vendere in maniera aggressiva.
Il risultato è una grande perdita. Ma quando un’azione è sopravvalutata?
Questa volta possono arrivare in nostro soccorso gli analisti e i loro giudizi.
a) Sono per la maggioranza buy
b) Le testate pompando sull’ottimismo per questi nomi
c) Se chi le critica, nei commenti è a sua volta criticato dalla maggioranza
Allora la situazione è certa: non sono un buon affare se si verificano queste condizioni.
Fonte : Trend on line