Ancora vendite su Bpm nel primo pomeriggio: il titolo della Popolare di Milano lascia a Piazza Affari l'1,89% del proprio valore e si riporta a 41,45 centesimi (dopo un minimo a 41,15).
L'azione subisce sicuramente la cattiva intonazione odierna del comparto bancario che, in forte ripiegamento, appesantisce oggi tutto il listino milanese.
In attesa della prossima assemblea del 21 dicembre chiamata a nominare il nuovo consiglio di sorveglianza il clima si riscalda e cresce la contrapposizione tra le due liste in lizza guidate rispettivamente dall'ex ministro Piero Giarda e da Piero Lonardi.
Giarda ha posto tra le priorità della nuova amministrazione (nel caso in cui ottenesse la guida del cds che nomina poi il consiglio di gestione) il recupero della redditività della banca e la discontinuità con la gestione di Andrea Bonomi.
Ribadita la volontà di mantenere la forma cooperativa: un recupero di redditività, ha sottolineato Giarda, renderebbe inutile una trasformazione in Spa.
Giarda si è detto certo della possibilità di raggiungere un accordo con la Investindustrial di Andrea Bonomi e ha dunque inviato agli attuali investitori istituzionali un segnale di distensione che non è sfuggito al mercato.
Più complesso il caso di Ezio Simonelli, vice di Lonardi nella lista contrapposta a Giarda, che è indirettamente interessato da un'indagine della Guardia di Finanza.
Questa sta valutando alcune operazioni che hanno coinvolto un'agenzia della Bpm.
Giarda ha affermato che sarebbe preferibile che i consiglieri della banca non avessero neanche un conto corrente nell'istituto per non avere rischi potenziali con il proprio ruolo, ma Simonelli ha ribadito la correttezza del proprio operato.